Cesare Pavese al suo Editore Giulio Einaudi by Asbesto Molesto
rieditata e attualizzata da Asbesto Molesto 😀
si, LUI 😀 del mitico Museo dell’Informatica Funzionante a Palazzolo Acreide (ma non solo) ==> http://museo.freaknet.org/it
antefatto, dal il Post:
Da qualche giorno circola molto sui social network un estratto di una lettera che lo scrittore italiano Cesare Pavese scrisse il 14 aprile 1942 all’editore Giulio Einaudi. Nella lettera Pavese si lamenta dello “sfruttamento integrale” dei dipendenti della casa editrice, accusando Einaudi di avergli offerto troppo poco – sei sigari – come anticipo in cambio dell’introduzione a una voce enciclopedica. La lettera viene descritta come la reazione di Pavese allo sfruttamento a buon mercato del lavoro intellettuale: un tema tutt’ora molto attuale.
qui l’originale.
Asbesto editingahahahah
“Spettabile Editore, avendo ricevuto n. 6 salsicce Roma del Che Guevara,
Vi ringrazio e avendole trovate marce, sono costretto a risponderVi che non posso mantenere un contratto iniziato sotto così cattivi auspici.
Succede inoltre che i sempre rinnovati incarichi di revisione e altre balle che mi appioppate in culo, non mi lasciano il tempo di attendere a più esecrabili lavori.
Sì, Egregio Editore, è venuta l’ ora di dirVi, con tutto il rispetto, che fin che continuerete con questo sistema di sfruttamento integrale dei Vostri dipendenti,
potrete andarvene affanculo.
C’ è una vita da vivere, ci sono delle troie da inforcare, cani da pisciare e tramonti da mettere su instagram.
La Natura insomma ci chiava, egregio Editore, e noi seguiamo il suo appello.
Cordialmente, Cesare Pavese”
Lettera a Giulio Einaudi, 1942
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